La curcuma: caratteristiche, proprietà e controindicazioni secondo la dietetica cinese
Una delle spezie che negli ultimi tempi sta riscuotendo un grande successo per le proprietà che la scienza le attribuisce, è la curcuma longa.
Ma è davvero una panacea per tutti i mali? Può essere consumata proprio da tutti?
Originaria dell’Asia sud orientale dove da millenni trova largo impiego nelle ricette tradizionali indiane e asiatiche, la curcuma (conosciuta anche come curcuma longa, o zafferano delle indie, o turmerico) è una pianta perenne dalla cui radice si ricava la coloratissima polvere, che oltre a essere l’ingrediente principale del curry, è ben utilizzata anche nel settore tessile come colorante, o come additivo alimentare per conservare i cibi dal loro degrado (indicata dalla sigla E100).
La medicina ayurvedica ne ha da sempre elogiato le proprietà antisettiche e antiossidanti, classificandola come alimento piccante, astringente e amaro e fungendo da riequilibrante per i tre dosha, ossia le tre diverse tipologie energetiche che secondo l’ayurveda contraddistinguono tutti gli individui.
La visione occidentale negli ultimi anni si è concentrata in maniera particolare sulle sostanze più attive della curcuma, ossia i curcuminoidi che sembrerebbero avere un ruolo importante sull’inibizione dei tumori, la riduzione dello stato infiammatorio, la prevenzione di malattie degenerative come l’Alzheimer e il miglioramento del flusso e della quantità di escrezione biliare.
Ma qual è la visione secondo la Medicina Cinese?
La particolare attenzione che gli antichi orientali per lungo tempo hanno riservato agli effetti degli alimenti sull’organismo, ha permesso una classificazione attenta e precisa anche nei confronti della curcuma. Nello specifico la curcuma è inquadrata come spezia dalla natura termica tiepida e dal sapore principalmente piccante e in parte anche amaro.
A livello di sistemi energetici, la curcuma dirige i suoi effetti specialmente su Milza/Pancreas, Stomaco e Fegato svolgendo specifiche azioni sull’organismo.
Una delle sue principali funzioni è quella di rompere le stasi a livello del sangue: questa definizione in medicina cinese si riferisce soprattutto a condizioni quali per esempio dismenorree o amenorree, quando cioè il sangue non essendo sufficientemente dinamizzato dall’energia del fegato, tende a ristagnare generando mestrui dolorosi con coaguli o addirittura assenza di flusso. Ma le stasi di sangue si verificano spesso anche in presenza di ferite o traumi contusivi in cui emergono ematomi o gonfiori localizzati, o nelle situazioni più importanti in cui compaiono dolori acuti e trafittivi che possono essere percepiti a livello toracico, addominale o epigastrico.
In tutte queste situazioni la curcuma agisce efficacemente muovendo e dinamizzando sia il sangue che il qi e migliorando dunque sia la condizione fisica che i disagi più o meno intensi che ne conseguono.
Inoltre il suo potere riscaldante, unito alla sua capacità mobilizzante, la rendono altrettanto utile qualora i ristagni di sangue o anche energetici (stasi di qi), siano determinati dai patogeni umidità e vento. L’umidità è infatti una sostanza pesante e torbida che all’interno dell’organismo può generare una serie di malesseri più o meno importanti (per approfondire vai all’articolo: “L’umidità interna e il suo ruolo nelle malattie in medicina cinese”) e se combinata con il vento, diventa il presupposto per dolori muscolari, artralgie e raffreddori.
La curcuma in virtù della sua natura termica tiepida e il potere dinamizzante si rivela quindi un ottimo alleato al fine di disostruire i canali energetici da tali patogeni e riattivando una corretta circolazione soprattutto se assunta ai primi sintomi: specialmente durante la stagione invernale infatti la curcuma può essere una valida spezia da utilizzare come rimedio per i malanni stagionali al loro esordio.
I dosaggi consigliati ai fini terapeutici sono di circa 2-3 grammi al giorno qualora si utilizzi la polvere essiccata, oppure di 8-9 grammi al giorno nel caso di radice fresca. In entrambi i casi per un maggior assorbimento, è consigliabile associare un pizzico di pepe nero.
Ma attenzione…
Come tutti gli alimenti anche per la curcuma va prestata l’adeguata attenzione: avendo un effetto particolarmente mobilizzante, questa spezia non va consumata nel caso vi siano in corso emorragie o flussi mestruali abbondanti; non assumerla inoltre durante cure con farmaci anticoagulanti, in presenza di calcoli alla cistifellea (in quanto la sua azione sul sistema Fegato-Vescicola Biliare ne stimola l'attività potendo generare coliche), gastralgie legate a calore/fuoco, ulcere oppure in gravidanza per il suo effetto dinamizzante a livello dell’utero.
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